Ispirazione in un film: Ogni tuo respiro

Cari Rotariani, 
voglio raccontarvi una storia vera. Sì, la storia di Robin Cavendish, un giovane di 28 anni che pare aver avuto tutto dalla vita. Robin, infatti, è un avvocato avventuroso e affascinante, rampollo di una antica famiglia inglese. In Kenya, lavora al fianco della bella moglie Diana, come intermediario nel commercio del tè. Un giorno, però - siamo nel 1958 - dopo i primi vaghi sintomi si trova completamente paralizzato: ha contratto la poliomielite, nella sua forma più grave. E la sua unica possibilità di vita - ed ogni suo respiro - sono affidati ad una macchina, un respiratore artificiale. Solo l’amore e la determinazione della moglie, che nel momento dell’esordio della malattia è in attesa di un bimbo, potrà cambiare un destino che sembra ormai segnato.
Diana riesce, contro il parere dei medici, a far dimettere dall’ospedale il marito. Lo porta a casa, dove verrà circondato dall'affetto della famiglia e degli amici e, un poco alla volta, riuscirà, grazie anche all'aiuto dell’estroso amico Teddy Hall, a spostarsi con una sedia a rotelle dotata di un respiratore artificiale alimentato con primordiali batterie: la “Sedia Cavendish”, così sarà chiamata.
Ecco l'inizio di una nuova vita fatta di viaggi, scoperte, amore per la moglie ed il figlio, disavventure e solidarietà. Cavendish contribuirà, con la sua esperienza, a migliorare l'esistenza di chi doveva fare i conti con la propria disabilità ed i limiti imposti dalla società di allora. È una storia piena di coraggio e voglia di vivere, che pare troppo bella per essere vera.
Ma la storia è autentica: la racconta nel film “Ogni tuo respiro” il produttore cinematografico Jonathan Cavendish, il figlio di Robin. Non crediate che sia solo una vicenda personale: Cavendish ha davvero girato il mondo ed ha cambiato la percezione che molti avevano in quegli anni dei disabili, dei sopravvissuti alla polio, rinchiusi negli ospedali e trattati solo come corpi da pulire e ventilare, come fantocci senz'anima.
Ci si commuove, per l’intervento del protagonista ad un Congresso sulla disabilità in Germania, quando sollecita gli scienziati ed i medici presenti a far uscire i poliomielitici dagli ospedali. E tutti gli intervenuti si alzano ad applaudire, con gli occhi lucidi. La stessa commozione che abbiamo provato ascoltando Lia Fabbri (poliomielitica, presidente dell’ANEIP, paladina dei diritti dei disabili) al III Congresso del Distretto 2072 del Rotary a Rimini (19 giugno 2016, Governatore Paolo Pasini) ed ascoltando Giulio Mohamed Sanna Ali (poliomielitico, campione paralimpico, presidente del Santa Lucia Basket) al IV Congresso Rotary di Bologna (28 maggio 2017, Governatore Franco Venturi) ed a Castrocaro Terme, in occasione della Giornata Mondiale della Polio (24 ottobre 2017, con il Governatore Maurizio Marcialis). 
Ci si commuove, quando Cavendish si reca con la sua ingombrante sedia a rotelle ed il respiratore a visitare un Centro medico d’eccellenza in Germania dove i malati come lui sono custoditi in asettici e tecnologici polmoni d’acciaio dai quali spunta solo la testa del paziente: moderni sarcofagi di una medicina senz'anima.
Ma noi Rotariani dobbiamo trattenere le lacrime perché questa storia fa bene al cuore e nutre davvero la nostra anima. Come fanno bene al cuore i nostri ricordi. Sergio Mulitsch di Palmenberg (con il Rotary Club di Treviglio e della Pianura Bergamasca) e Luciano Ravaglia (del Rotary Club di Forlì) tracciarono la via per le prime esperienze di vaccinazione contro la polio nelle Filippine sin dal 1978. Durante la Convention rotariana internazionale di Roma, nel 1979, venne lanciato il programma di solidarietà 3H (Health, Hungry, Humanity) che affronterà, a livello globale, anche la lotta alla poliomielite. Nel 1980 inizia l'intervento contro la polio che sarà adottato dal Rotary International come operazione “Polio 2005” e poi come progetto “PolioPlus”, nel 1985. Ed oggi, questa terribile malattia è eradicata dal 99% dei Paesi del mondo, grazie soprattutto al Rotary, all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), all’Unicef, alla Fondazione Bill & Melinda Gates. Grazie ai tanti Rotariani e alle anime generose di quanti hanno contribuito e stanno ancora sostenendo l’incredibile lotta alla poliomielite: perché storie come questa di Robin Cavendish non debbano più essere raccontate.
Cari amici Rotariani, andate con la famiglia, i soci e gli amici a vedere "Ogni tuo respiro". Sentirete crescere in voi, ulteriormente, l'orgoglio di essere Rotariani.
Buon Rotary!

-nessuno-

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